“Étienne Decroux (1898-1991) è un precursore.
Mentre il teatro contemporaneo non cessa di liberarsi dalla sua dipendenza letteraria per rigenerarsi alla sorgente del corpo, la ricerca di Decroux incentrata sulla mobilità espressiva dell’attore si fa sempre più attuale. La sua opera emerge dal vasto slancio innovatore che attraversò l’Europa all’inizion del secolo scorso in cerca di un maggiore plasticità dell’arte scenica e i cui protagonisti più significativi furono A. Appia. E.G. Craig, J. Copeau, V. Meyerhold, O. Schlemmer e A. Artaud.
Laddove altri si sforzarono di estendere l’eloquenza dell’attore alla dimensione fisica della recitazione, Decroux rinunciò alla parola per tornare all’essenzialità del corpo. Laddove altri enunciarono teorie e apriranno le vie della sperimentazione, Decroux affrontò la pratica teatrale nei suoi fondamenti, convinto che la nascita di un nuovo teatro richiedesse in primo luogo la nascita di un nuovo attore. Ai diktat dell’autore egli oppose la sua concezione del “poeta-ginnasta”, capovolgendo la sacrosanta triade drammaturgo-regista-interprete per promuovere l’attore al rango di creatore. Ma soprattutto, forgiò su se stesso la disciplina necessaria a questa rigenerazione dell’arte teatrale. Come Stanislavskij, fu il primo apprendista del proprio metodo.
Voleva modellare un attore corporeo per costruire un teatro del corpo”.
Yves Lebreton
Edizioni Titivillus
Traduzione di La Statuaria Mobile, Azioni, Epilogo, Note biografiche: Clelia Falletti e Caudia Palombi.