Premio nazionale Bianca Maria Pirazzoli

Perché questo premio

Una premessa, tre domande

Perché ancora un premio, in un’epoca già abbondante di occasioni similari? E un premio teatrale, poi? Per giunta tutto al femminile?

Il fatto è che questo premio covava già sotto le ceneri che nel decennio 1998-2008 hanno tenuto viva la fiamma dell’operato di una delle più significative presenze teatrali italiane della fine del secolo scorso. Il Premio Nazionale Bianca Maria Pirazzoli nasce dal desiderio di ricordare appunto Bianca, la sua figura e il suo spessore di donna di teatro a tutto tondo. Attrice, regista, drammaturga, attiva sulle scene e nella progettazione e realizzazione di eventi culturali, una vera militante della cultura, caratterizzata spesso da scelte “scomode” ma sempre rigorose e innovative. Con uno sguardo e un’attenzione particolare all’apporto femminile nella produzione teatrale, e culturale in genere, che l’hanno portata spesso a costruire situazioni che potessero favorire la preparazione e l’inserimento delle donne nel fare – e nei diversi ruoli del fare – teatro, cultura, arte.
Il ricordo di questa vita, l’intento di dare seguito ai suoi intenti, l’affetto per l’amica mi hanno indotto a ideare questo premio, rivolto a donne “che agiscono” – attrici, scrittrici – nel teatro, per il teatro, e con rigoroso impegno.
Il messaggio è stato recepito, è arrivato a destinazione, la risposta e la qualità delle candidate ne è prova. Tanto da indurci – e qui mi riferisco al Gruppo Libero, che Bianca Pirazzoli ha guidato per circa un ventennio, attualmente Libero Fortebraccio Teatro – a biennalizzare il premio, e costruire un contenitore in cui mettere in scena, far vivere, l’anno successivo al bando, vincitrici, segnalate e finaliste: il Progetto Artura. Nell’ambito del quale si colloca anche la presentazione di questo libro.

Sappiamo che il teatro è fare. Che le persone che lavorano in teatro agiscono. Mi piace dire che le donne che lavorano nello spettacolo sono attrici, proprio perché agiscono, al di là dello specifico ruolo in cui agiscono, sia esso di costumista, organizzatrice o regista, solo per citarne alcuni. Sappiamo anche quanto talvolta sia sottile o inesistente il confine tra queste specificità e quale stratificazione di ruoli porti spesso un’attrice davanti al pubblico.
Il pubblico di un libro può anche essere un lettore solitario, nel silenzio della sua stanza, o nel caos di un trasporto cittadino. Il lettore è sempre benvenuto. Tuttavia chi scrive teatro dovrebbe in teatro essere rappresentata. Questo auspico che avvenga ai monologhi qui pubblicati. Che queste pagine siano lette come copioni, e come tali portate davanti al pubblico.

Claudia Palombi
ideatrice e coordinatrice del Premio Bianca Maria Pirazzoli
Prefazione in Monologhi al femminile, Perugia, Edizioni Corsare, 2009

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